Notice: Function _load_textdomain_just_in_time was called incorrectly. Translation loading for the woocommerce domain was triggered too early. This is usually an indicator for some code in the plugin or theme running too early. Translations should be loaded at the init action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /home/alessiabiasatto/public_html/wp-includes/functions.php on line 6114

Notice: Function _load_textdomain_just_in_time was called incorrectly. Translation loading for the instagram-feed domain was triggered too early. This is usually an indicator for some code in the plugin or theme running too early. Translations should be loaded at the init action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /home/alessiabiasatto/public_html/wp-includes/functions.php on line 6114

Notice: Function _load_textdomain_just_in_time was called incorrectly. Translation loading for the polylang domain was triggered too early. This is usually an indicator for some code in the plugin or theme running too early. Translations should be loaded at the init action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /home/alessiabiasatto/public_html/wp-includes/functions.php on line 6114
Guida pratica per sopravvivere al piccante in Oriente – Alessia Biasatto
  • it
  • en
  • ALESSIA BIASATTO

    Guida pratica per sopravvivere al piccante in Oriente

    0 Shares

    Parlando di emorroidi arriva un momento in cui uno si chiede: ma come fanno a scamparle nel continente delle spezie e dei bazar? Come è possibile, almeno nella parte di India ed Indocina, che nessuno accusi il problema e continuino imperterriti a mangiare piccantissimo? Sì, perchè scelta in realtà non ce ne è; o mangi questa minestra o salti dalla finestra. Un mio amico che lavora all’ICS (Cosorzio italiano di Solidarietà) mi diceva che i rifugiati provenienti da Afghanistan e Pakistan, vanno dal dottore un giorno sì e un giorno no per l’annoso problema.

    piccante_2

    Non so se sia una statistica affidabile, comunque non si capisce perché allora non gli venga in mente di creare dei cibi-rifugio. Qualcosa, insomma, che ti puoi mangiare anche quando stai male e in caso darlo ai bambini, poveri, che non si sa come fanno ad abituarsi da piccoli alle fiamme in bocca.

    Se in India vuoi mangiare qualcosa di non piccante devi infatti essere molto preciso e dire: NO SPICY, NO CHILI, NO HOT. Ovvero escludere qualsiasi possibilità di scappatoia per il sadismo del cuoco. Nonostante questo è molto probabile che ignorino il monito ridacchiando della tua pochezza e ti portino delle pietanze comunque stra-piccanti per il gusto europeo. A questo punto c’è ancora una manovra da tentare in extremis: ordinare del formaggio paneer. Fa infatti quasi la stessa funzione del tofu e non dobbiamo vederlo come una mozzarella insipida bensì come un estintore mandato dal cielo. Solo così potrete apprezzarlo e trovargli il giusto senso. Sì perché solo qualcosa a base di latte potrà alleviare quelle piaghe purulente sul palato, non certo l’acqua né tanto meno il pane. In questo ultimo caso potrebbero pure rifilarvi dell’altro piccante sul famoso naan, quindi state attenti a non distrarvi. E se veramente state male poi, avete la febbre, delirate e il vostro unico miraggio è il brodo che la nonna vi fa quando avete l’influenza, potreste ordinare delle patate lesse: esistono!

    piccante_4Solo che dovreste considerare che gli indiani possono sempre riempirle di pepe nero per dar loro un po’ di verve e ribattere, quando gli direte che il piatto è SPICY, che quello non è piccante. Noi dopo una settimana di febbre a trentanove, drammi intestinali e un digiuno forzato abbiamo deciso di affittare un appartamento a Fort Kochin per farci da mangiare per conto nostro. E’ stata una vera fortuna trovare della pasta non condita (perché di solito ti vendono quella pronta con aroma Masala) e una lattina di tonno che abbiamo pagato quanto caviale. Felici della cenetta leggera abbiamo subito offerto un piatto ai nostri benefattori, la famiglia indiana che ci aveva procurato quei beni rarissimi. Purtroppo la loro espressione di fronte al nostro gesto di fratellanza è stata illuminante; parecchio schifati dal sughetto ci hanno detto in una smorfia: no grazie, in pratica non ci piace.

    piccante_1L’orgoglio italiano, qui, ha ricevuto un colpo durissimo. Personalmente è una ferita che mi porto ancora nel cuore irrisolta, insieme alla pizza con l’ananas. Per il resto ho capito che, per una volta, le minacce sono l’atteggiamento vincente. Mi spiego: se davvero volete mangiare non piccante in un ristorante indiano, per la motivazione che sia, dovete dire al cameriere che, se arriva qualcosa di piccante tra ciò che avete ordinato, non lo pagherete una fottuta rupia. Questa è l’unica cosa che funziona, vi assicuro. Brutto a dirsi, ma avrete a vostra disposizione un soldatino pieno di premure.

    Detto questo vi consiglio comunque di aprire il vostro cuore e la vostra anima prima alla cultura e poi anche alle spezie ed agli aromi (sempre se il vostro popò ve lo permette); potrete fare delle esperienze sensoriali che davvero non trovano corrispondenza nei ristoranti indiani sotto casa. Ricordatevi che il sapore non è un amalgama ma in ogni punto del piatto potrete gustarlo in sfumature diverse a seconda del boccone che scegliete. Buona immersione, dunque, e cercate di tornare pieni di sacchettini di polveri per colorare anche in Europa le vostre nuove idee culinarie .

    Licenza Creative Commons
    Guida pratica per sopravvivere al piccante in Oriente di Alessia Biasatto è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *