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  • ALESSIA BIASATTO

    Il palo da selfie ed altre profezie del Songkran

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    Ho creduto che rifugiarsi in Oriente per qualche tempo significasse staccare la spina dalla città  e disintossicarsi da What’s up, Facebook e tutte le altre manie sociali che vi imperversano. Mi vedevo ad ascoltare il mio respiro in silenzio e a dominare finalmente un battito sempre troppo accelerato. Speravo, insomma, di tornare con le dritte di un Miyagi qualsiasi su come dare la cera indisturbata dai bip-bip, ignorare il mondo dei digitatori frenetici che cercava di mordere la mia libertà con il guizzo del cobra.

    Ma mi sbagliavo di grosso, amici! É bastato il primo giro sullo skytrain di Bangkok per capire che non l’avrei mai fatta franca e che ero caduta dalla padella in un wok pieno d’olio bollente. Ero fritta.

    Osservavo  sconvolta il numero di dispositivi, anche molto costosi, e pensavo: dio mio, ma saranno almeno il triplo dei nostri! E con essi si quintuplicava anche la quantità degli accessori che i musi gialli di qualsiasi età tiravano fuori dagli zaini.

    songkran_5Vorrei parlarvi del palo da selfie, innanzi tutto, perché vederlo spuntare per la prima volta mi fece l’effetto dell’appendiabiti nella borsa di Mary Poppins. Ancora oggi mi sento turbata ed ambigua rispetto alla sua esistenza. Quel giorno lo maneggiava una ragazzina con le trecce raccolte e mi sembrò un’aberrazione cui non avremmo mai ceduto, noi occidentali. La faccina da cartone animato che estendeva felice la prolunga telescopica nella metro (immortalando un momento perfettamente trascurabile), mi pareva quella di una mentecatta: io la deridevo.

    Dopo mesi, però, sono tornata a casa e, sul lungomare di Barcellona, ho iniziato a vedere gente adulta e benvestita estendere il braccio -snodato come dopo decesongkran_4nni di yoga- che scattava una, due, tre, quattro prove tutte uguali. Siccome non erano le foto per l’album di nozze, credo sia un segnale che anche qui manca veramente poco per il boom del palo.  A volte guardo gli amici durante le cene conviviali in cui l’intera tavolata, dopo mille compressioni, entra finalmente nell’inquadratura della fotocamera e mi chiedo: “chi di voi, che mangiate con me a questa tavola, mi tradirà”? Confesso che ho paura di essere io il Giuda Iscariota che comprerà il palo da selfie per primo. Ne ho vista l’utilità nel video di viaggio di un mio amico, che ha montato un bellissimo filmato: lui ed il suo partner che camminano per le vie del mondo sulle note di una musica meravigliosa. (Milky Chance – Stolen Dance).

    songkran_6Tergiverso, ma in fondo so già dove sceglierlo: sarà all’MBK di Siam Square, tempio della tecnologia e delle imitazioni di gran pregio. Oppure a Chatuchack, mercatino dove qualunque travestimento vintage, hipster o semplicemente bizzarro, e’ disponibile sia per umani che per telefonini.

    Tra tutte le magnifiche cavolate che vendono, ringrazio il cielo per aver comprato qui la bustina che rende impermeabile l’iphone e te lo fa usare senza pensieri tanto se ti fai il bagno nelle acque di Ko Samet quanto nel mezzo del Songkran, capodanno buddista. In quest’ultima occasione direi che è l’unico oggetto che può salvarti da perdite inestimabili (passaporto, soldi e cellulare) e farti godere appieno la festa che si espande per ogni angolo della città. Più che un capodanno mi sembra una festa del gavettone, che si tiene circa a metà aprile un po’ in tutto il Sud Est Asiatico. Assomiglia ad una guerra giocosa, stile Giochi senza Frontiere, e la dimensione dei liquidator e degli zainetti-serbatoio determina il vincitore.

    Mi hanno tirato secchiate di acqua gelata sul tuk tuk, cosparso e spalmato di farina, aggredito a spintoni in un bar dove si pattinava nella birra versata a terra. Ho vacillato e mi sono impiastricciata tutta, insomma, sono tornata in albergo fradicia e con i bigliettini scoloriti e sciolti nel portafoglio, ma il mio iphone e’ sempre stato al sicuro.

    In verità vi dico: andate in Thailandia a comprare i gadget per il vostro cellulare. Sono molto più sicuri di quelli che vendono in Europa i cinesi e il livello di qualità e personalizzazione e’ veramente altissimo.

    Licenza Creative Commons
    Il palo da selfie ed altre profezie del Songkran di Alessia Biasatto è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

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