Chi lo ha detto che a Bangkok si va solo per il divertimento sfrenato e al più per gli sfarzosi palazzi e templi della multimilionaria dinastia siamese? Colgo qui lo spunto per spettegolare un attimo sul fatto che il re Rama IX, deceduto da poco, era classificato come il monarca più ricco al mondo. Il collegamento tra sfarzo, ricchezza ed amore per le cose belle, tra cui anche L’ arte contemporanea, a questo punto a mi arriva armonico come la parola mecenate. Almeno quando si di una monarchia con formazione culturale occidentale ed europea, capace però di portare avanti le proprie tradizioni in un parallelismo sincretico davvero ammirevole. Bangkok infatti è la città delle esposizioni artistiche che reinventano gli spazi e li organizzano in modo da accostare nuove mirabolanti architetture ad elementi locali ed alle ultime tendenze artistiche. Per esempio, a pochi di noi verrebbe in mente di visitare un centro commerciale, se non per darsi allo shopping più becero e consumista. Abbiamo quasi tutti questa forma mentis per cui vediamo nel cinema multisala la massima espressione culturale dell’ipermercato, ed aggrottiamo la fronte pensando di mangiare pop corn di fronte alla Monna Lisa.
E invece no, cari, a Bangkok la biennale si tiene proprio sfruttando le fantasmagoriche vetrate del Siam Paragon mall, le bellissime fontane e corsi d’acqua dell’incredibile Icon Siam, o il lusso con le porte aperte del sempreverde Hotel Mandarín Orientale. E questi sono solo pochissimi esempi perchè potrei continuare elencando decine di altri siti dove godere di sculture e installazioni, ma anche opere grafiche e digitali che vi lasceranno basiti. Inoltre ci sono moltissime gallerie d’arte permanenti, come ad esempio il Bangkok Art and Culture Centre o la City City Gallery, che ospitano esposizioni sempre diverse di artisti emergenti o affermati a livello mondiale. Se insomma siete amanti del bello, il mio consiglio è lasciare per un attimo da parte l’ormai scontata movida di Khaosan road e dedicarvi a vedere come cambia il mondo da una prospettiva orientale. Anche il solo avventurarsi nell’Icon Siam, lasciati nel guardaroba i pregiudizi, vi insegnerà a rifare i vostri calcoli in fatto di arredi, strutture ed illuminazione. Sono rimasta stupefatta nel vedere i materiali usati nella costruzione e mi azzardo a dire che tra mille anni saranno questi (ridete pure) i resti archeologici di pregio. Di certo io, che notoriamente cammino tra le noiose vetrine del centro come un cowboy stanco, qui vi posso dire che passeggiando a testa alta ho assunto una postura a dir poco regale.
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